Visita Portomaggiore

In questa sezione informazioni e cenni storici sulle Chiese, i palazzi e le piazze.

Visita Portomaggiore
Didascalia

Chiese

Chiesa della B.V. Madonna dell'Olmo

L'edificio

La chiesetta fu costruita su un terreno donato dal Conte Aventi poco distante da dove sorgeva un grande olmo ed inaugurata solennemente il 5 maggio 1666. Tre secoli dopo nel 1966 è stata consacrata santuario mariano.
La chiesa ha una forma ovale, l'entrata è semplice sormontata da un timpano triangolare che dà all'edificio l'aspetto di un tempio sul cui tetto spicca un crocefisso di ferro battuto. L'interno è accogliente anche se la semplicità rimane la caratteristica predominante; tocchi di colore sono donati dalle piccole vetrate colorate, distribuite su due file: quelle superiori di forma ovale e quelle sottostanti rettangolari. Nelle vetrate: a sinistra vi è raffigurato lo stemma di Portomaggiore su cui risplende il sole mariano, un'Assunzione della Vergine con cherubini; a destra si trova un enorme crisantemo circondato da un rosario con cherubini. Le vetrate ovali raffigurano paesaggi agresti. Il soffitto, con un andamento ondeggiante e ricurvo tipicamente barocco, evidenzia il prezioso affresco centrale raffigurante una immagine mariana al momento dell'Assunzione circondata da angeli e Profeti. I due altari laterali simmetrici fra loro, conservano memoria dell'amato parroco Don Apollonio Boari, mentre l'altare centrale è di marmo bianco. L'antica effigie di gesso della Madonna con Bambino, entrambi coronati d'oro, occupa il centro rappresentando il fulcro catalizzatore dell'intera armoniosa chiesetta.
Fuori il piccolo e snello campanile, continua con le sue campane, a segnare il trascorrere del tempo dal 1684.

Curiosità
Nel 1660 una tremenda carestia stava affliggendo il Portuense, il sacerdote Apollonio Boari si recava assiduamente a pregare la Vergine nella campagna poco fuori l'abitato, ai piedi di un grande olmo cui era appesa una piccola immagine di gesso della Madonna con il suo bambino.
Il popolo seguì l'esempio del sacerdote unendosi “in orante pellegrinaggio” in un percorso di fede riconoscibile ancora oggi dalla Collegiata fino al piccolo Santuario. La carestia cessò quasi miracolosamente, tanto che il popolo tutto chiese di erigere un edificio sacro atto ad accogliere la piccola tavoletta di gesso.
Ancora oggi nel mese di maggio la statuetta di gesso è portata in processione per le vie del paese che per l'occasione si decora di drappi e di petali di rose, mentre l'amata “Madonnina” è circondata da soffuse luci, preghiere e canti.

Un consiglio…
Per giungere da qui a visitare la Piazza del Paese e la Chiesa Collegiata percorrete pochi passi per arrivare fino all'angolo di Palazzo Gulinelli, a capo del vicolo della Viola (pochi portuensi chiamano questa via con il suo nome: via U. Bassi), attraverso il sinuoso antico sentiero e costeggiando l'antica fabbrica della seta, dalla lunga serie di finestroni ad arco cieco, fino ad incontrare, sulla nostra destra, un parco che conduce in Piazza della Repubblica ove sorgeva l'antica rocca di Porto. Oggi il luogo è solo un'ampia spianata destinata ad ospitare eventi, primo fra tutti l'Antica Fiera di Portomaggiore. Sulla destra invece si apre una piccola corte delimitata da paracarri che racchiudevano l'area di carico e scarico dell'antico mulino a vapore ormai in disuso da tempo. 

Chiesa Collegiata Santa Maria Assunta

L'edificio  
Fu costruita negli anni '50-60 del secolo scorso, su progetto dell'Architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970) uno dei maggiori architetti italiani del novecento. La nuova Chiesa, anche se come la precedente è dedicata a S. Maria Assunta, sorge in un luogo diverso da quello in cui per secoli si erigeva l'antico Duomo andato distrutto dai bombardamenti del 13 aprile 1945.
Dalle macerie furono estratti pochi paramenti sacri ed un'unica opera d'arte che oggi si può ammirare all'interno della Collegiata, a sinistra dell'altare maggiore; si tratta di una terracotta policroma di scuola emiliana del XV secolo raffigurante il Cristo sofferente “ECCE HOMO” il Nazareno Portuense di autore sconosciuto.
Entrando la prima cosa che colpisce è la luce, diffusa ed ambrata, filtrata ed ampliata dalle vetrate e dalle formelle di maiolica, opere dei ceramisti Bartoli-Cornacchia, autori anche del luminoso S. Carlo Borromeo e della evanescente “Assunta” nell'abside.
Nella navata di destra da vedere è l'altare dell'Addolorata con la pregevole Pala (Deposizione di scuola Emiliana seicentesca). Notevole è pure il nuovo organo a canne (2446) su 35 registri per un'altezza di 10 metri opera dell'antica ditta “Fratelli Ruffatti” di Padova. Di pregevole fattura le due statue di bronzo, un tempo sulla facciata esterna ora collocate nell'abside e raffiguranti S. Apollinare Vescovo e S. Carlo Borromeo, opera dello scultore Giuseppe Mazzoli di Bologna (1965), come pure i medaglioni bronzei che ancora abbelliscono la facciata della Collegiata. Sono inoltre degni di nota il grande Crocifisso in bronzo dello scultore faentino Angelo Biancini (1964) e la Via Crucis dell'artista Carlo Zauli.

Curiosità
La Collegiata di Portomaggiore merita una visita per l'insieme di soluzioni architettoniche ed opere “moderne” che vi si possono trovare al suo interno.
Prima di uscire, soffermatevi un attimo dinanzi alla pala che un tempo fu dell'altare maggiore del distrutto Duomo, di scuola veneta cinquecentesca, questa Assunzione della Vergine recentemente restaurata, è per Portomaggiore un importante testimonianza della sua fede mariana

Palazzi

Palazzo Municipale

Fu costruito nel 1842 sui ruderi del vecchio palazzo pretoriale di fronte all'antica chiesa Collegiata distrutta dal bombardamento del 13 aprile 1945. Nel 1856 terminarono i lavori e fu collocato l'orologio che ancora sovrasta la piazza, che andò ad assumere il ruolo di orologio pubblico fino ad allora  detenuto dall'orologio del campanile. All'inizio del secolo scorso fu aggiunto l'ultimo piano, conferendo maggiore equilibrio alle proporzioni dell'edificio.
Nei lavori di ristrutturazione fu mantenuta l'armonia della facciata, ma eliminati i due balconi laterali ed il frontone, sostituito da un cornicione lineare sormontato dallo stemma comunale retto dalle statue allegoriche del Progresso e della Civiltà, opere giovanili dello scultore Pietro Ferrari.
Al piano nobile dell'edificio, raggiungibile salendo un imponente scalone di marmo, si trova la splendida Sala Consigliare in ciliegio ed olmo intagliato. Magistralmente affrescata ad opera di artigiani portuensi del secolo scorso, è recentemente stata riconsegnata ai cittadini al termine di un restauro conservativo che l'ha riportata agli antichi splendori. L'intervento di restauro che ha interessato il piano nobile dell'edificio e il porticato, insieme alla Piazza antistante, ci dà modo di apprezzare le delicate e suggestive decorazioni che sono riemerse in tutta la loro bellezza fatta di armonia e ritmi decorativi di rara maestria.
Nel 2009 sono terminati i lavori di consolidamento e restauro della Residenza Municipale.

Teatro Concordia
Fu progettato dall'Architetto Giovanni Tosi, nei primi decenni del 1800, su mandato della società per azioni del “Teatro Sociale della Concordia” costituita da un gruppo di notabili dell'alta borghesia portuense, i cosiddetti “palchettisti”, che avevano appunto un palchetto riservato ad ogni famiglia partecipante alla società.  Inaugurato il 15 ottobre 1844 il teatro, di gradevole architettura circolare, era costituito da 44 palchi disposti su tre ordini che potevano, unitamente alla platea, ospitare circa 450 spettatori.
La particolarità del Teatro era che, attraverso un complesso sistema di pulegge, il pavimento del piccolo teatro si poteva alzare fino all'altezza del palco per costituire un unico e più grande piano da utilizzare in occasione di feste da ballo.
Stucchi e velluti abbellivano il salone e le parti accessorie rendendo l'insieme un piccolo e prezioso gioiello della comunità portuense. Lirica, prosa, spettacoli d'arte varia, grandi feste in maschera ed in fine riunioni sociali e politiche, animarono il Concordia sino agli anni '50.
Poi l'abbandono ed il declino fino agli anni' 80 quando il Comune decise di recuperare l'edificio per destinarlo a centro sociale, dopo aver scontato le difficoltà nell'acquisirlo al proprio patrimonio a causa della proprietà così frazionata. Al termine dei lavori di restauro si è ripristinato il Ridotto del teatro per eventi ed iniziative. Invece l'ipotesi di intervento per il teatro, in attesa di finanziamento, prevede un restauro scientifico ed adeguamento normativo. Particolare attenzione sarà rivolta alla modernizzazione delle attrezzature e degli arredi in modo da renderlo il più versatile possibile. Le sale del Ridotto del piano terra hanno ospitato mostre e rassegne; salendo al primo piano, sono esposti i quadri del pittore ritrattista portuense Federico Bernagozzi (1859-1916) e nell'ultima saletta i ritratti di ferraresi illustri del '900, opere del pittore ferrarese Remo Brindisi.

Palazzo Gulinelli
Lungo Corso Vittorio Emanuele al n.75 sorge Palazzo Gulinelli. D'origine settecentesca, ha assunto l'attuale aspetto di residenza signorile nell'Ottocento per volere del Conte Luigi Gulinelli. Oggi è sede della Biblioteca Comunale. 
Al piano terra in quella che oggi è la sala di lettura per bambini, è stato restaurato e mantenuto l'antico pozzo in pietra che era parte integrante delle cucine del palazzo. Al piano nobile fanno bella mostra di sé, in due sale di lettura, due camini settecenteschi decorati a stucco e soffitti affrescati con motivi liberty, di cui restano alcune tracce, così come per il soffitto del grande salone centrale.  Nel suo insieme questa dimora, con il grande atrio fiancheggiato da tre ambienti su ambo i lati, l'ampio scalone ed il ripetersi al piano superiore di questa impostazione abitativa d'impronta rinascimentale, è particolarmente gradevole.


Palazzo Fioravanti Vaccari
Una delle residenze padronali più grandi e lussuose del centro storico, di proprietà privata e ad oggi non più agibile e quindi nemmeno visitabile.
Al suo interno tutte le stanze sono affrescate, il grande salone d'onore era raggiungibile salendo lo scalone di marmo bianco tipicamente di stile rococò dove, tra affreschi classicheggianti, si intravedevano dipinti in modo curioso gli antichi proprietari, secondo la tecnica del trompe-l'oeil.
Mobili secolari non arredano più le stanze ma, osservando gli affreschi, si può ancora leggere l'uso delle varie stanze del piano nobile. Al piano seminterrato si trovano le antiche cantine dove un originale sistema di “acque sorgive” garantisce ancora oggi la temperatura costante dei locali. Nel Palazzo si trova anche una curiosa e piccolissima cappella privata.
Da Via F. Beretta, oltre il grande cancello in ferro battuto, è possibile soffermarsi ad osservare il giardino signorile ed i suoi alberi secolari retrostanti il Palazzo verso le scuderie.

Piazze

Piazza XX Settembre

L'area è occupata da un ampio spazio verde circondato da antichi palazzi tra cui spicca l'edificio dei primi del '900 sede della scuola primaria, di fronte la caserma dei carabinieri un tempo ospedale e al centro spicca il monumento ai caduti della prima Guerra Mondiale in marmo bianco di Carrara, costruito con il contributo dei cittadini ed inaugurato il 28 marzo 1923.
Nel 1942 il bel monumento fu spogliato della bronzea Vittoria alata e della cancellata di ferro battuto, opera di un valente fabbro portuense, per essere offerte alla patria in guerra; stessa sorte toccò anche alla recinzione del vicino edificio scolastico.

Piazza Verdi
Anticamente chiamata Piazza delle Erbe a prima vista non offre molto da vedere, ma secoli di storia sono stratificati in questa area. Le cronache ci raccontano della locanda “Dell'aquila nera” spesso preda di briganti che sorgeva di fronte a quello che fu lo Spedale di S. Salvatore in Porto (dava conforto e assistenza ai malati e deleritti fin dal 1400) e la Chiesa di S. Francesco con annesso Convento ed oratorio. Nel 1902 ciò che restava della chiesa fu abbattuto poiché pericolante, al loro posto sorsero gli edifici che in parte vediamo ancora. 
Sullo stesso lato, dove oggi sorge il Centro Servizi Comunale “Portoinforma”, in passato c'era un edificio da prima destinato a carceri poi tramutato in scuole medie, dopo la Seconda Guerra mondiale fu trasformato in pescheria o mercato coperto con annesso vespasiano, per divenire negli anni ottanta sede di un supermercato.

Centrale elettrica
La stazione elettrica di smistamento e trasformazione di Portomaggiore risale al 1913 .Si trattava di una cabina di trasformazione installata su di un terreno di 100 mq venduto dal Comune alla SADE.  Alla iniziale estensione si aggiunsero nel 1914 altri 370 mq sempre per la costruzione di una cabina ad altissima tensione per lo sviluppo dell'energia elettrica. Nel 1923 vi furono altre vendite di terreni sino ad arrivare al 1926-27 anni di costruzione della vera e propria stazione elettrica.
Nel luglio del 1944, per la sua importanza strategica la centrale venne distrutta dai bombardamenti anglo-americani che rasero al suolo gran parte della zona sud-ovest del paese compresa la stazione ferroviaria.

Stazione Ferroviaria
Ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale sorge poco più avanti sui “Viali”. - Viale Cesare Battisti.  Nel 1884 venne inaugurata la linea ferroviaria Ferrara-Ravenna e nel 1887 la linea Bologna-Budrio-Portomaggiore quest'ultima per una distanza di 47 km (vi era anche una diramazione Budrio-Massalombarda che fu soppressa nel 1964); l'ultimo tronco Molinella-Portomaggiore venne inaugurato il 21 dicembre 188.
Si trattava di una importante infrastruttura di "supporto alle aree appena bonificate sul versante Est e Ovest di Portomaggiore" che unita alle altre linee locali costruite tra il 1883 e il 1911 (Ferrara-Copparo, Ostellato-Comacchio- PortoGaribaldi, Ferrara-Argenta, Ferrara-Codigoro) permetteva più veloci e diretti collegamenti con Bologna e Ferrara; ciò servì da stimolo per i traffici provenienti dalle nuove zone bonificate e diede nuovo impulso al commercio.
L'edificio della stazione, che ha subito modifiche nel corso dei decenni, si trova a metà del viale più bello di Portomaggiore progettato alla fine dell'ottocento con doppia alberatura di tigli. Dopo una parentesi con pini marittimi, dal 1986 fu ripristinato con un doppio filare di tigli su ogni lato e in mezzo una pista ciclopedonale. Dopo i lavori di adeguamento normativo eseguiti da RFI ed ultimati nel 2013 volti alla realizzazione di un sottopassaggio di accesso ai binari, l'area della stazione ferroviaria è stata oggetto nel 2016 di un progetto giovanile di Street Art denominato “Passaggi Futuri” volto a combattere il degrado  e a donare un aspetto contemporaneo ad uno spazio significativo per la comunità.

Ultimo aggiornamento: 09/04/2024, 16:31

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