“In Bassetti non c’è solo una spasmodica volontà di fare pittura per esigenza di vita e di sfogo di passioni ma, anche e forse soprattutto, per dar sfogo a quell’attività di studio “…matto e disperatissimo” che lo ha assalito fin da ragazzo e per colmare quella sete di saperne, di arte e di semiotica più di ogni altra cosa al mondo, riempendo di conoscenza quel suo mondo già colmo di vibrazioni e sensibilità, di paure e di certezze, di amori e di affetti, così come di lontananze e solitudini. E allora il materico che si plasma sotto il suo gesto è terreno esplorativo che si compone e si scompone più volte nella stessa tela per rappresentare ora figurazioni, ora astrazioni, figlie di un intuito unito ad una tecnica che sale dall’Io più profondo, da una capacità acquisita da anni di sofferenze artistiche, ma anche da letture penetranti e convinzioni profonde che lo hanno portato a scegliere oggi l’informale espressionista più affascinante e suggestivo che racconta di modernità ed equilibri.
Non più precarietà nelle forme ma certezze allusive a paesaggi della memoria, già sfruttati da tanti artisti moderni, certo, ma con Bassetti ancor più accesi ed impetuosi. E le forme sono lì, spuntano fuori da un informale ricercato e di potenza, ora sinuose e accattivanti, ora incise ed incisive, provocatorie o ammalianti, a raccontarci di amori e di abbandoni, di equilibri cromatici ed estetismi azzardati e ben riusciti, di folgorazioni iconiche in antitesi col razionale e l’usuale ma in ordine col mistero e la magia di quel che poi ai tanti piace ma non si sa il perché.
E da qui il passaggio dalla pittura più massiva al disegno più leggero e senza ritocco con un segno unico e continuo, una magia già nota ai plastici del ‘900, a quegli artisti fuoriusciti dal Bauhaus di Berlino e in parte confluiti nel Black Mountain College che tanto hanno ispirato e profuso sulle arti americane del dopoguerra, accreditando – e anzi stimolando – le cosiddette contaminazioni, gli slanci di Willem De Kooning, fino a raggiungere il punto di confine tra astrazione e disegno di Cy Twombly.”
Estratto dal catalogo “Dalla Materia in-forme” di Vittorio Spampinato.